Quando si chiude una porta, si apre un portone. È successo a Tommaso Dellagiacoma, 27 anni di Predazzo, che quest’anno ha vinto la Coppa del Mondo di skiroll. Il fallimento di un obiettivo lo ha portato a spostare la sua attenzione sullo skiroll, tanto da diventare campione in poco tempo.
Com’è nata la tua passione per lo sport e per lo skiroll?
«Ho iniziato a fare sport da piccolo, già a 4-5 anni mio papà mi portava a sciare. Poi, ho cominciato a praticare diversi sport e a competere, facevo gare di sci, corsa, mountain bike, nuoto. Alle superiori, mi sono specializzato nello sci di fondo e nello skiroll. Ho iniziato con la Dolomitica, Cermis, sono entrato nel Comitato Trentino e poi ho trascorso un anno e mezzo ad allenarmi con la Polizia a Moena. Con i risultati ottenuti, circa 3-4 medaglie agli italiani, sono stato accettato nel Centro Sportivo dell’Arma dei Carabinieri nel 2017. Ho trascorso due anni e mezzo come atleta professionista, però non sono riuscito ad ottenere buoni risultati. Non mi trovavo bene, ho avuto qualche problema di salute, c’è stato il Covid… molte cose mi impedivano di esprimermi al meglio a livello sportivo. Infatti, nel 2020, sono stato espulso dal Centro Sportivo. Così, ho concluso la mia carriera da atleta professionista e sono entrato nel mondo del lavoro “serio”, nell’Arma dei Carabinieri, prima a Cles e ora a Cavalese».
Come hai reagito a questa decisione?
«Sono cambiato come persona, ovviamente, avendo dedicato una vita intera allo sport. È una bella batosta essere buttati fuori. Prima ero pagato per fare solo quello, ora invece devo gestire sia il lavoro, sia lo sport. Cambiando vita, ho iniziato a dedicarmi di più allo skiroll, lasciando un po’ da parte lo sci di fondo. È uno sport più semplice da gestire con il lavoro».
Nonostante questi ostacoli sei riuscito a vincere la Coppa del Mondo. Com’è successo?
«Nel 2020 ho smesso di fare l’atleta professionista e sono rimasto un anno in pausa, per colpa anche del Covid. Nel 2021 ho iniziato a praticare lo skiroll più seriamente, partecipando ad alcune gare minori. Nel 2022 ho deciso di impegnarmi di più e ho partecipato alla Coppa Italia e, grazie agli ottimi risultati ottenuti, sono riuscito a entrare nella Nazionale di skiroll. Una volta in Nazionale, sono stato convocato per tutte le gare della Coppa del Mondo. Sono riuscito a salire sul podio in due occasioni e nella classifica generale sono arrivato quarto, un risultato che mi ha molto soddisfatto e che mi ha spinto, quest’anno, a lottare per il primo posto. Quando la stagione 2023 è iniziata in Kazakistan sono riuscito a ottenere diversi podi nelle prime gare. Con questi successi ho guadagnato il pettorale di leader, essendo primo nella classifica generale. Poi siamo andati in Lettonia, dove purtroppo l’ho perso, retrocedendo al secondo posto. Infine, siamo arrivati qui in Val di Fiemme, dove si sono svolte le ultime tre gare. Mi sentivo bene, molto meglio rispetto alle gare in Lettonia. Alla fine, nell’ultimo giorno, ho riconquistato il pettorale da leader e ho vinto la Coppa del Mondo. È stato bellissimo vedere tutta la valle, con le delegazioni presenti e le televisioni».
E il futuro cosa riserva?
«Da adesso in poi, dovrò lavorare. Parteciperò a qualche gara questo inverno per preparare la prossima stagione estiva, con calma e senza troppe pressioni. Poi, ad aprile, comincerò ad allenarmi più seriamente e a giugno partirà un’altra stagione di skiroll. Per quanto riguarda il futuro più lontano, chissà, magari inizierò a lavorare nel mondo della preparazione atletica, visto che ora sono laureato in scienze motorie, poi si vedrà fin dove voglio e posso proseguire con lo sport, fin quando mi diverte. Ora mi sto divertendo, ma se un giorno dovesse diventare troppo pesante vorrà dire che è il momento di smettere. Lo sport si può fare anche per divertimento, ma gareggiare e cercare di essere il migliore in quello che fai è tutta un’altra cosa. Significa seguire programmi precisi e cercare di deviare il meno possibile. Non ho nessuno che mi segue quindi mi organizzo io, mi preparo, valuto le cose da fare cerco di essere fedele a quello che programmo, quindi non è facile neanche dal punto di vista mentale».
Come programmi i tuoi allenamenti?
«Se la stagione di skiroll inizia a giugno e finisce a settembre-ottobre, inizio a prepararmi da marzo-aprile. Durante l’inverno mi alleno molto tranquillamente, mi diverto sugli sci e partecipo a qualche gara. Poi, ad aprile, inizio a definire un programma, con lo scopo di arrivare preparato alle prime gare e di mantenere questa preparazione fino alle ultime. In mezzo ci sono gare più importanti e gare meno importanti, quindi l’intensità degli allenamenti varia anche in base a questo. Infine, cerco di trovare il giusto equilibrio tra l’allenamento e il lavoro».
Avendo una formazione in scienze motorie, avrai una base solida per questo tipo di programmazione, giusto?
«Sì, avendo studiato è più semplice, ma alla fine io studio ogni giorno. Leggo articoli, osservo cosa fanno gli altri, sperimento. Tutto questo per capire cosa mi fa stare bene e cosa no, cosa funziona e cosa non funziona. Ovviamente, ogni anno cerco di programmare meglio quello successivo, per continuare a crescere e a migliorare. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare».
La costanza è dunque la chiave?
«L’allenamento è fondamentale, ma considero molto importante anche il benessere generale. Devo stare bene mentalmente, essere tranquillo. Quando sono stressato, mi sento obbligato ad allenarmi e non lo faccio più per passione. Posso fare tutti gli allenamenti perfetti che voglio, posso mangiare bene quanto voglio, ma se non c’è l’aspetto mentale, cambia tutto. Infatti, il benessere mentale mi ha reso molto più forte in questi ultimi anni, proprio perché ho iniziato a stare bene anche con me stesso».
Segui una dieta speciale?
«Per quanto riguarda il cibo, sono molto libero. Allenandomi tanto, ogni sessione è un po’ un sacrificio e ho sempre visto il cibo un po’ come il premio finale. Dopo un allenamento difficile, arrivare a casa e farmi un riso in bianco non mi dà tanta soddisfazione. Invece, sento il bisogno di mangiare quello che voglio. In alcuni periodi mi capita di voler perdere un po’ di chili, allora comincio a ridurre i cibi ipercalorici, come i dolci, e cerco di mangiare più verdura. Allenandosi, però, bisogna mangiare tantissimo. Io ho fame a ogni ora del giorno, quindi per ora sarebbe inutile mettermi a dieta».
Solitamente dove vai ad allenarti?
«Quando sono uscito dal Centro Sportivo ho passato due anni a Cles. Lì ero l’unico skirollista in tutta la valle e quindi dovevo inventarmi i percorsi, facendo slalom tra contadini e trattori. In Fiemme e Fassa, invece, ci sono molti posti per allenarsi. Sulla pista ciclabile che va da Canazei a Molina, sulla pista di skiroll a Lavazè, oppure anche in salita su qualche passo. La maggior parte delle volte mi alleno in ciclabile, di solito tra Predazzo e Molina, e scelgo il percorso in base all’obiettivo della settimana. Vado anche in palestra e mi piace correre e andare in bici per le strade di Predazzo».
Come ti trovi a lavorare come carabiniere?
«Fare il carabiniere implica molte cose da imparare. È bello anche poter conciliare lo sport con il lavoro. Sono due obiettivi separati, quindi la mia mente non è costantemente focalizzata sullo sport. Faccio sport per due ore al giorno, poi mi dedico al lavoro. A volte è stancante, ma da quando lavoro ho iniziato a conoscermi meglio, perché avendo meno tempo devo ottimizzare tutto. Una cosa che prima facevo in due ore adesso devo farla in una».
Ti piace stare qui in Val di Fiemme o preferiresti andare altrove?
«Mi piace stare qua, poi non si sa cos’ha in serbo il futuro. Fino a due anni fa non avrei mai detto che avrei vinto la Coppa del Mondo, quindi chissà, magari tra un anno sarò in Australia e avrò cambiato vita completamente. Dipende da come vanno le cose, mese per mese, giorno per giorno».
Nicolò Brigadoi Calamari
Foto: Gaia Panozzo