Annika dei nostri

La abbiamo incontrata a Milano, in occasione della presentazione della stagione agonistica della Federazione Italia Sport Invernali, qualche settimana fa. La location era prestigiosa – il silos di Giorgio Armani – la location dove solitamente lo stilista organizza tutte le sue sfilate di alta moda. Dopo aver introdotto politici, dirigenti, sponsor, nuove divise, atleti medagliati e quant’altro, il palcoscenico è rimasto a disposizione di carta stampata e televisioni per le interviste individuali: dopo mezz’ora rimanevano ancora circondate dagli addetti ai lavori solo Sofia Goggia (due medaglie alle Olimpiadi, due ai Mondiali, 17 vittorie in Coppa del Mondo), Federica Brignone (una Coppa del Mondo generale, 20 vittorie in Coppa), la “nostra” Dorothea Wierer (2 Coppe del Mondo, 7 medaglie ai Mondiali) e… Annika Sieff.

L’interesse attorno alla ragazzina terribile di Varena che già da un paio di inverni ha cominicato a farsi notare nel circo bianco internazionale era altissimo. Un oro, un argento e un bronzo ai Mondiali juniores di Combinata Nordica rappresentano un inizio eccezionale ma, indipendentemente dai risultati, lei si è presentata bene al pubblico, prima intervistata dalla Federazione come una “giovane da tenere d’occhio” e poi parlando ai giornalisti con il giusto grado di timidezza (forse era solo discrezione) di fronte ai primi microfoni che faceva il paio con una parlantina veloce, decisa, a modo e un bel sorriso. Ed è ancora così giovane…

“Sono di Varena. Ho finito la scorsa estate la scuola. Ho fatto il Liceo Linguistico sportivo a Pozza”, comincia a raccontarci. “E mi piace vivere la mia valle. Praticamente mi sono scelta uno sport che si fa solo in Val di Fiemme. Si salta solamente a Predazzo e attorno ci sono tutti i chilometri di piste da fondo di cui ho bisogno. Poi, certo, viaggio parecchio già da diversi anni, vedo molti posti diversi perché nel nostro sport è importantissimo fare esperienza su tutti i trampolini che ci sono in giro per il mondo, per conoscerli e per arrivare poi alle gare avendo già tutti i riferimenti giusti. Però poi quando torno a casa ho sempre la sensazione di essere fortunata perché non ho ancora visto posti migliori della Val di Fiemme. Apprezzo i posti nuovi, non vedo l’ora di andare quest’inverno in Canada ma quello che amo di più sono i panorami di casa mia e la vicinanza con le montagne. Ci sono tanti paesi – penso ad esempio alla Finlandia o alla Germania – dove i trampolini sono stati costruiti, nel migliore dei casi, in collina, e quando salto mi sembra così strano”.

Del resto, quando Annika ha iniziato a saltare alla fine delle scuole medie, a Predazzo esisteva solo il K30 e il K90, non c’era la via di mezzo, e molte ragazze come lei dovevano andare due volte la settimana in Austria per allenarsi. Almeno fino a due anni fa: “Adesso in valle vengono rifatti i trampolini grandi che servono per le Olimpiadi, verrà rifatto l’impianto che porta in quota e so che è previsto anche un ristorante panoramico alla partenza del trampolino più alto che servirà ad attirare gente, anche lontano dai giorni delle gare”.

Anche la scorsa estate, mentre i trampolini di casa erano inagibili per i lavori di ristrutturazione, le ragazze italiane del salto si sono trasferite a Tarvisio, in provincia di Udine, al confine con l’Austria e con la Slovenia, perché a pochi chilometri di distanza si potevano trovare diversi trampolini a disposizione.

Alla fine dei conti, la stagione appena iniziata può essere quella della consacrazione e se il suo nome lo scorso anno è diventato ben conosciuto almeno tra i trentini, quest’anno potrebbe esserlo per tutti gli italiani, indipendentemente dal fatto che lo sci nordico non è esattamente lo sport più popolare del mondo.

La prima estate da numero uno d’Italia, del resto, è trascorsa bene, allenandosi al meglio, senza alcun infortunio… “Gli obiettivi dell’inverno appena cominciato sono di riconfermarmi sui livelli della Coppa del Mondo dell’anno scorso quando ho fatto due podi e altri piazzamenti tra le primissime. Poi ci sono i Mondiali a Planica, in Slovenia, che sicuramente sono l’obiettivo principale. Sappiamo che possiamo fare bene in tutte le gare. Avendo solo 18 anni (all’epoca dell’intervista, ndr) sono ancora juniores e quindi parteciperò anche i Mondiali di categoria, in Canada. Lo scorso anno ho vinto e spero ovviamente di confermarmi”.

C’è stato un momento in cui Annika faceva anche solo gare di salto. Poi dalla scorsa stagione, da quando ha cominciato a partecipare al primo circuito vero e proprio di Coppa del Mondo, ha deciso insieme al suo allenatore (l’altro fiemmese Ivo Pertile, ndr) di concentrarsi solamente sulla combinata: “La combinata nordica, rispetto al salto, è una disciplina nata da poco e c’è una grande concorrenza tra le atlete e bisogna tarare al meglio preparazione e allenamenti. Di certo mi diverto di più a saltare che a fare fondo”.

Detto questo ti capita di fare fondo anche solo per rilassarti o divertirti con gli amici in valle? “Certo. In quel caso vado a Lavazè, il mio posto preferito. È bellissimo, sia come panorama che dal punto di vista delle piste. Avere 80 km di piste in quota, oltre a quelle del fondovalle, è un patrimonio assoluto per la Valle di Fiemme. Poi però sabato sera andiamo a Canazei dove c’è l’unica discoteca delle nostre valli. Se vuoi far festa, devi arrivare per forza fino a lì”.

Proprio mentre stiamo per salutarci, Manuela Di Centa – una signora che vanta sette medaglie alle Olimpiadi nel fondo – passa a salutarla e a farle i complimenti. È paradossale il fatto che, in un momento istituzionale in cui si è parlato soprattutto di Milano-Cortina 2026, la combinata nordica di Annika Sieff non sia disciplina olimpica: “Solo la combinata maschile è all’interno del programma. Qualcuno al CIO forse si preoccupa della sicurezza delle atlete, temendo che la nostra sia una disciplina pericolosa”, conclude con un sorriso ironico. “Forse ce la faremo nel 2030. Cercherò di fare tanti buoni risultati per far conoscere meglio la mia disciplina in modo tale che non possa più essere dimenticata…”.

Enrico Maria Corno

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