Nel primo giorno di proiezioni del 70. Trento Film Festival sono assegnati ben quattro dei quattordici riconoscimenti speciali offerti da associazioni o enti partner del Festival, attribuiti da giurie indipendenti.
Il Premio Green Film, istituito nel 2021 dall’APPA – Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e dalla Trento Film Commission per premiare il film che esprima in maniera più efficace i valori e le pratiche della protezione e della sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’ambiente montano e ai cambiamenti climatici, è andato ad Animal di Cyril Dion (Francia / 2021 / 120’), giudicato “Completo e documentato, con il supporto di immagini straordinarie”. A Into the ice di Lars Ostenfeld (Danimarca, Germania / 2022 / 85′) è stata riservata una menzione speciale.
Il Premio Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO, assegnato al miglior film che documenti la consapevolezza delle comunità rispetto agli eccezionali valori universali riconosciuti da UNESCO e la capacità di una conservazione attiva del territorio, istituito dalla Fondazione Dolomiti UNESCO e dalla SAT Società Alpinisti Tridentini, è stato assegnato ai film Leogra, eredità di un paesaggio di Andrea Colbacchini (Italia / 2022 / 53′) che – si legge nelle motivazioni – «affronta con un buon ritmo documentaristico il racconto di quelle che oggi vengono chiamate montagne di mezzo che, assieme alla montagna interna e alle zone più marginali e poste agli estremi dell’arco alpino, soffrono gli effetti dello spopolamento, in questo caso facilitato anche dal richiamo della vicina pianura». Ad Alpenland di Robert Schabus (Austria / 2022 / 90′), un documentario che «presenta in chiave comparativa il mosaico dell’arco alpino da occidente a oriente e nei due versanti, proponendo dei casi emblematici che ci mostrano e dimostrano le diverse contraddizioni che le Alpi stanno vivendo tra turismo, agricoltura e vocazione industriale, con punti di forza e di debolezza», è stata assegnata una Mezione Speciale.
Il Premio Antropocene MUSE, che premia l’opera che meglio racconta il rapporto tra natura e umanità nell’epoca dell’Antropocene, Liebe Grüsse Aus Dem Anthropozän di Lucas Ackermann (Svizzera / 2021 / 14′) con la seguente motivazione: «L’opera ha l’intensità di un messaggio universale, che travalica logiche di parte di problematiche specifiche complesse e controverse. Prodotto da giovani, col punto di vista dei giovani, evidenzia una consapevolezza che spesso non si riconosce a queste generazioni, ovviamente le più influenti sul futuro. Un appello disperato e una sfida globale per evitare che le lettere dei protagonisti diventino realtà».
Infine il Premio “Mario Bello” istituito dal Centro di cinematografia e Cineteca del Club alpino italiano per il film che meglio rispecchi i valori e gli ideali del Cai, è stato assegnato a S’Avanzada di Francesco Palomba (Italia, 2021, 38’). «Il film racconta una storia semplice, ma nel contempo complessa per le sue implicazioni: quella di due ragazzi di trent’anni in fuga da un futuro di conformismo, a cui secondo loro li avrebbero condannati le professioni scelte e intraprese anche con successo» si legge nella motivazione. «Il luogo del cuore è per loro la ricchezza delle falesie di Sardegna, sul mare o nel deserto di boschi e valli aride: vero esotismo di prossimità, segno di una scelta decisa e matura».
Foto: una scena di Liebe Grüsse Aus Dem Anthropozän