Carnevali “smorzati” dal Covid, ma non tutti!

Si avvicina il clou del carnevale che, in realtà, inizia dopo l’Epifania (tant’è che in Fassa “slegano” il Carnevale già il 17 gennaio) e termina sicuramente con la quaresima. Tuttavia si è soliti attribuire l’inizio del carnevale, assimilandolo alle manifestazioni carnevalesche, col giovedì grasso.

In questi giorni, oltre a comunicare le singole manifestazioni in programma, cercheremo di descrivere i principali riti carnevaleschi tradizionali delle valli dell’Avisio, anche quelli che, a causa del Covid-19, sono stati soppressi, come il carnevale fassano e altri. Sopravvive quest’anno il carnevale di Valfloriana con i tradizionali “Matoci” seppur in forma ridotta e senza degustazioni, oltre a qualche spettacolo per bambini a Predazzo, Moena e forse altri paesi di cui daremo conto. La pandemia pare abbia consigliato gli organizzatori di eventi legati al carnevale di prendersela comoda in attesa di vedere come si mettevano le cose. A 10 giorni dal martedì grasso uffici turistici o CML, non sono ancora certi degli appuntamenti previsti. Le manifestazioni in piazza sono quasi tutte soppresse sempre per le problematiche legate al Covid, mentre al chiuso sono più facilitati i controlli.

L’unica festa che pare sia sopravvissuta quasi interamente, pur con qualche limitazione nella partecipazione a pranzi e cene, è il carnevale di Grauno, uno dei carnevali tradizionali delle valli dell’Avisio e del Trentino.

Ne parleremo, accanto a quelli che pure sono stati soppressi per il Covid come quello fassano, o mascherate tradizionali che si sono perse negli anni, come “Chi che ara” a Predazzo.

nella foto: un’immagine del “Bufòn” maschera tradizionale del Carnascèr fascian che quest’anno non ci sarà.

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