Ormai alla fine di questa prima settimana in zona rossa, ho bisogno di dirlo: sono stanca! Stanca nonostante la connessione internet abbia sempre tenuto, i bambini siano riusciti ad essere autonomi con le videolezioni, io sia stata capace di rispettare quasi tutte le scadenze lavorative che mi ero prefissata per questi giorni. Nonostante tutto il nostro castello organizzativo abbia tenuto, sono arrivata a venerdì senza più energia.
Forse, a questa settimana si aggiunge la fatica di un mese di isolamento, visto che a febbraio siamo stati tutti quattro colpiti dal Covid e ne siamo usciti soltanto sabato, due giorni prima dell’ingresso in zona rossa. Fatto sta che sono provata e leggo la stessa stanchezza negli occhi di tutta la famiglia.
Nei giorni scorsi Michelle Hunziker ha pubblicato un video in cui in maniera ironica raccontava la pesante giornata di una mamma alle prese con lavoro e videolezioni delle figlie. La conduttrice tv è stata attaccata da molti che ritengono che non abbia il diritto di lamentarsi, vista la casa grande e la possibilità di essere aiutata da uno stuolo di collaboratori, in particolare per le incombenze domestiche. Lo stesso è capitato alla figlia di Fiorello, quando il padre ha condiviso pubblicamente la tristezza della ragazza. Sui social sembra prevalere l’opinione che essere stanchi sia un diritto di pochi.
Io lo so che sono fortunata. Le mie “ricchezze” le vedo e le apprezzo. Ognuno di noi può connettersi da una stanza, abbiamo dispositivi elettronici per tutti, il mio lavoro mi permette una facile gestione dei bambini a casa da scuola. E soprattutto ce l’ho un lavoro, come ce l’ha mio marito. Siamo forti, siamo uniti, abbiamo fatto il possibile per trasmettere ai nostri figli serenità anche in merito alla DAD.
Questo, però, non mette al riparo noi genitori e neanche i bambini dalla preoccupazione che qualcosa possa andare storto, dalla nostalgia degli amici, dalla voglia di abbracciare le persone care, dal desiderio di organizzare un viaggio. E nemmeno dalla possibilità di essere stanchi. E rivendico il diritto non solo di esserlo, ma anche di poterlo dire.