Fiemme e benessere, un connubio perfetto

Le radici, della propria identità e del proprio territorio, sono la chiave di lettura inedita che la Val di Fiemme propone per spiegare il successo del proprio modello economico e sociale: una valle dolomitica che, oltre al turismo, offre l’opportunità alle proprie aziende di crescere ed affermarsi sul mercato, e alle persone che vi abitano e soggiornano di beneficiare di un benessere diffuso. Le stesse radici che rappresentano il radicamento ad una storia e cultura secolare – rappresentata ad esempio dalla Magnifica Comunità, istituzione custode di un territorio straordinario – e, al contempo, fondamenta su cui immaginare e progettare il proprio futuro, all’insegna della qualità e della sostenibilità.

Il messaggio arriva dal “Dolomites Well-Being Summit” – evento di apertura della 7° edizione del World Wellness Weekend 2023, in corso di svolgimento fino a domani 17 settembre in Val di Fiemme – dedicato alle aziende locali, alle loro storie di successo, e aperto ad esperti, tutti chiamati a declinare il benessere psicofisico come stile di vita.

Sul palco del Palafiemme di Cavalese hanno aperto i lavori Fulvio Rossi, senior expert di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile), e Domenico Sturabotti, Direttore di Symbola Fondazione per le Qualità Italiane. Il primo ha esordito, ricordando le sfide dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l’Italia, per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano. L’Agenda globale definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030. “Tutti siamo chiamati – ha sottolineato Rossi – a concorrere al raggiungimento degli obiettivi. Guardando agli indicatori, Il quadro non è esaltante. Su alcuni obiettivi siamo progrediti, su altri siamo stabili, mentre su altri ancora siamo regrediti. Il problema è che gli obiettivi si parlano l’uno con l’altro e diventa così difficile riuscire a sviluppare politiche comuni. Soprattutto dopo il Covid – ha continuato il rappresentante di ASviS – si sta imponendo la necessità di una ripresa e l’Europa è nella condiziona di rispondere in maniera adeguata. La risposta necessaria è l’aumento della consapevolezza a tutti i livelli e la promozione di una cultura condivisa su questi temi”.

Di impresa che trae energia dal territorio ha parlato Sturabotti: “dobbiamo mettere insieme la specificità del fare impresa e fare sintesi tra fattori di sviluppo, così da impiegare bene risorse umane e finanziarie. Le imprese italiane hanno sviluppato una propria via alla sostenibilità, investendo sulla bellezza e la qualità, perché la sostenibilità è un modo di vedere e pensare, anche in maniera originale, le cose”.

Il Summit ha ripreso il tema del radicamento nella tavola rotonda, condotta dalla giornalista Maria Concetta Mattei, e che ha visto protagonisti i manager a capo delle quattro aziende che hanno messo e mantenuto radici profonde in val di Fiemme. Aziende – come ha evidenziato Mattei – che hanno fatto di questi valori la colonna portante del loro successo: Starpool, azienda leader mondiale nel mondo del wellness; La Sportiva, altra azienda che si è conquista la leadership nel mercato internazionale delle calzature e nell’abbigliamento outdoor, in particolare arrampicata ed alpinismo; Pastificio Felicetti, eccellenza del food che ha saputo andare incontro alle richieste dei consumatori più esigenti e dei professionisti della ristorazione; e Fiemme Tremila, realtà che da 30 anni produce pavimenti ed arredi in legno, secondo rigorosi criteri improntati alla biocompatibilità e salubrità.

Giulia Delladio, direttore marketing La Sportiva, unica imprenditrice donna (e la più giovane) a calcare il palco, ha dato profondità al senso di fare impresa, toccando temi quali inclusione e responsabilità sociale: “Abbiamo bisogno di talenti per garantire il futuro alle nostre aziende. La nostra azienda esporta oltre 80% della produzione in 80 Paesi. In val di Fiemme continuiamo a produrre le calzature più importanti per qualità e mercato. In azienda respiriamo senso di appartenenza e identità territoriale e siamo felici quando, girando il mondo, troviamo i prodotti delle altre aziende della val di Fiemme”. Il successo della Sportiva ha radici profonde, cinque generazioni di imprenditori e di persone in azienda: “Stiamo lavorando anche con altre aziende per dare delle risposte a coloro che scelgono di lavorare in val di Fiemme, in termini di servizi diffusi per la famiglia, l’educazione dei figli, la salute. La qualità e l’attrattività di un territorio passano innanzitutto attraverso questi bisogni, che prescindono l’aspetto professionale. L’attenzione verso le persone ci spinge anche ad occuparci in maniera responsabile dei nostri clienti e dei nostri dipendenti. Se metti la persona al centro del tuo business, temi quali la sostenibilità entrano in automatico nella tua agenda”.

Riccardo Felicetti, amministratore delegato Pastificio Felicetti, ha insistito sul modello aziendale basato anche sulle risorse umane e l’attenzione alla loro crescita: “Il dipendente che entra in produzione segue un anno di apprendistato, durante il quale trasferiamo il valore della qualità, l’attenzione verso gli elementi fondamentali, quali grano, acqua ed aria. Il motivo di questo investimento è semplice: loro mettono le mani nel vostro cibo”. Sul tema della sostenibilità, Felicetti ha ricordato gli albori dell’azienda quando la sostenibilità non era una scelta ma una necessità: “In ballo c’era la sussistenza di una valle laterale dell’Adige. Al pari della
fermentazione o l’affumicatura, l’essicazione era la soluzione per la conservazione del cibo, quindi la pasta era cruciale. Oggi continuiamo in maniera attenta e rispettosa la tradizione della nostra famiglia: facciamo attenzione al territorio dove si coltiva il grano, sapendo che qui in Trentino abbiamo gli altri due elementi (l’acqua e l’aria, pure delle Dolomiti), che servono ai nostri mastri pastai per compiere la magia”.

Il benessere è tornato anche nelle parole di Riccardo Turri, amministratore delegato Starpool: “Le nostre saune e le nostre soluzioni hanno alla base il concetto di sviluppo armonico. Da sempre siamo abituati a misurare l’impatto dei nostri prodotti sul corpo delle persone. Il loro benessere viene priva del design, della tecnologia e dell’innovazione. Questo approccio ci ha permesso di sviluppare soluzioni inedite perché il linguaggio del corpo e i dati che quotidianamente misuriamo, ci forniscono spunti e idee. Dall’approccio di sauna familiare siamo passati negli anni a sviluppare sistemi per lo sport agonistico e il benessere aziendale. Considero un privilegio poter lavorare su una frontiera, quali sono il corpo e la psiche umani. Giorno dopo giorno ti rendi conto che non puoi prescindere da temi quali la sostenibilità, l’attenzione verso la qualità dei materiali e l’innovazione a beneficio dello stato delle persone”.

Il benessere è alle radici della storia e dello sviluppo di Fiemme Tremila. “L’abitare sano – ha detto il suo amministratore delegato, Marco Felicetti – è da 30 anni al centro del processo produttivo che dà vita a pavimenti non solo privi di sostanze nocive, ma addirittura capaci di migliorare la qualità dell’aria negli ambienti interni, perché liberano composti organici volatili benefici come quelli che si respirano in un bosco incontaminato. Qualità fondamentali per uno stile di vita sano in una società che trascorre il 90% del proprio tempo in ambienti chiusi (case, luoghi di lavoro, spazi collettivi), dove l’inquinamento indoor arriva a essere fino a 5 volte maggiore di quello esterno. Benessere ambientale e anche sociale. In Fiemme Tremila – ha concluso Marco Felicetti – il fotovoltaico copre l’80% del fabbisogno energetico, mentre il collegamento con il teleriscaldamento evita l’uso di combustibili fossili, così come abbiamo finanziato l’acquisto di e-bike destinate agli spostamenti casa-lavoro dei nostri dipendenti”.
Con gli imprenditori si è misurato Mauro Gilmozzi, presidente Fondazione FiemmePER e scario Magnifica Comunità di Fiemme: “Le sfide che abbiamo di fronte possiamo vincerle se facciamo collaboriamo. Il legame tra territorio, aziende e comunità locali porta con sé il valore aggiunto in termini sociali, economici, di opportunità ma anche di sfide. La Fondazione è il territorio stesso, il nostro radicamento si ritrova nella forma finale del prodotto, ma risiede nell’approccio con cui un’intera comunità di imprenditori, professionisti e persone affrontano il proprio futuro. Ciò significa prestare attenzione all’impatto sociale dell’azienda sul territorio, fissare standard di eccellenza sostenibili, e soprattutto porre sempre al primo posto la comunità e il benessere collettivo. La Fondazione nasce proprio per sviluppare il tessuto economico della valle e restituire alla valle stessa i benefici dello sviluppo economico, minimizzando e compensando l’utilizzo delle risorse energetiche per garantire la longevità sostenibile dei modelli economici e sociali in questo equilibrio delicato fatto di ambiente e comunità”.

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