Quest’anno l’Istituto Culturale Ladino “Majon di fascegn” celebra i 40 anni della biblioteca dedicata a Padre Frumenzio Ghetta e i 20 anni del Museo ladino.
Le parole scelte per fare da leitmotiv a quest’anno di festeggiamenti sono “Mia majon, mia storia, mia parlèda”/”La mia casa, la mia storia, la mia lingua”, parole che vogliono essere una dichiarazione d’amore per la nostra identità ladina e che ben racchiudono la dichiarazione d’intenti della nuova direzione che per i prossimi anni è affidata alla direttrice dottoressa Sabrina Rasom: “In queste sedi istituzionali – afferma la direttrice (QUI in ladino)– in questa “casa”, lavoriamo per tutelare un tesoro prezioso La nostra storia ha radici profonde nel passato, ma è aperta al futuro.
Siamo orgogliosi della nostra Lingua ancora viva e vivace, compagna della quotidianità. Vogliamo che la ladinità continui a germogliare. Per questo la cultura scenderà in strada. Offriremo a tutti il sapere prezioso di anni di lavoro, per coinvolgere la popolazione e risvegliare la voglia di essere ladini. Vogliamo dare vita a un distretto che sia vicino alla gente, che sia della gente e che sia per tutti punto di riferimento.
Vogliamo uscire dai palazzi con un programma dinamico adatto a tutti: dai giovani agli anziani. Sarà un movimento culturale che da un gruppo di lavoro del Museo, della Biblioteca e dell’Istituto coinvolgerà sempre di più la popolazione per invitare ladini e ospiti a conoscere ma anche a fare. Durante quest’anno proporremo attività diverse che potranno avere successo solo con il contributo di tutti. Vi aspettiamo!”
Una dichiarazione d’intenti dricca anche di propositi e progetti che, iniziate con il successo dell’iniziativa del contest Canori-Picolliori concluso da poco, troveranno attuazione durante un 2021 davvero particolare.