Stamattina a Forno di Moena, dopo la colazione alla pasticceria Reinhart, siamo partiti in 6 per la seconda tappa del Cammino della tramvia avisana. Il tempo non prometteva nulla di buono, ma quando ci siamo avvicinati a Predazzo, camminando sulla pista ciclabile, nonostante l’ironia di chi diceva: “adesso viene a piovere” è arrivato il sole che ci ha accompagnato fino a Cavalese. Una sosta ai trampolini e poi via verso il paese. Un salto in biblioteca e la fermata con foto di rito alla vecchia stazione della Ora-Predazzo che farà parte della nuova biblioteca costruita lì accanto. Qui si sono aggiunti Bruno e Manu e sono venuti a trovarci il dott. Fellin, grande sostenitore del Treno dell’Avisio e l’amico Claudio. Foto di rito davanti all’opera del Sottsass e poi di uovo in cammino lungo la ciclabile. Una pausa al ponte della vecchia ferrovia per una breve spiegazione a beneficio di coloro che vedranno le 3 puntate sul Cammino della trasmissione “Girovagando” e poi via, costeggiando il biolago. Un caffè al bar Loze per raggiungere l’accesso del sentiero sulla sinistra Avisio dove una scritta “Riserva dell’Avisio” sembra troppo grande rispetto a ciò che, dopo Vaia, offre il sentiero sulla sinistra Avisio realizzato dalla Rete delle Riserve Fiemme-Destra Avisio, compromesso da Vaia e ancora da sistemare. Il percorso però è piacevole anche se mancano molti elemen
ti che lo rendevano davvero attraente come il percorso Kneipp, mentre le tabelle sono scolorite.
Pausa pranzo al Molin di Ziano prima di imboccare la strada sulla destra Avisio verso il ponte di Panchià. Anziché proseguire sul fondovalle siamo saliti in paese e quindi, alla periferia ovest, abbiamo imboccato il sentiero tra gli alberi che costeggia la provinciale, per noi era la prima volta, e che si immette nella strada che scende a Saltogio.
A Tesero abbiamo imboccato la strada sterrata che, poco dopo il ponte sul rio Stava, scende scorrendo piacevolmente fra i prati verso il ponte in ferro della vecchia ferrovia (struttura strutturalmente uguale a quella di Predazzo con 2 campate di 39 metri ciascuna) dove c’era ad attenderci “casualmente” ha precisato, il consigliere provinciale Gianluca Cavada che abita nelle vicinanze e che ha discusso per un po’ con il nostro “boss” Giuseppe Spazzali, mentre noi discutevamo, tra l’altro, del fatto che il ponte sarà reso transitabile da pedoni e bici come a Predazzo, magari per costruire un ramo di ciclabile lungo la strada appena percorsa. Vedremo.
Una nota botanica: lì, come in altre zone, abbiamo preso atto della grande quantità di luppolo che cresce spontaneamente in valle.
La ciclabile (ancora, ma è auspicabile che si trovino percorsi alt
ernativi perché la convivenza fra bici e gruppi di persone, come abbiamo verificato anche in Fassa, non è per niente facile) ci ha portato fino a Masi. Da lì, lungo una strada poderale, siamo saliti fino all’imbocco della strada (nei pressi di Pianrestel) che corre sul tracciato della vecchia ferrovia fino alle gallerie sotto la cabinovia del Cermìs, che tuttavia non abbiamo potuto percorrere essendo chiuse. Pare che cadano dei massi. Così siamo saliti fino al “banco de la reson” luogo di grande importanza storica per concludere al bar della stazione dei pullman, che è la vecchia stazione del treno, per salutarci in attesa della corriera che ci ha riportato a Predazzo.
E’ stata una bella giornata che ha consentito al gruppo di arricchirsi di informazioni, sia sulla vecchia tramvia, sia sul progetto della nuova ferrovia dell’Avisio sostenuta con forza da Transdolomites.
Del resto, se si trascorre una giornata con Giuseppe Spazzali, qualcosa si deve imparare.
Abbiamo percorso circa 25 km. Domani, sabato 3 settembre, si partirà dalla stazione di Cavalese alla volta di Capriana, toccando Molina, Anterivo e Carbonare. Una camminata un po’ più nella natura. Una ventina di km. Con il gruppo che sarà arricchito da qualcuno libero nel fine settimana.
A domani