Pubblichiamo volentieri lo scritto della studentessa Desideria Degiampietro della classe 4 LSA del liceo scientifico della Scuola ladina che è stata negli ultimi giorni a Auschwitz, per la marcia dei vivi, alla quale ha partecipato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Un immenso cimitero senza tombe”, così Sergio Mattarella ha descritto i campi di Auschwitz e Birkenau durante la conferenza tenuta nei campi il giorno 18 aprile, in seguito alla marcia dei vivi, per ricordare le vittime dello sterminio ebraico.
Sono partita il 16 aprile assieme ad altri ragazzi provenienti da diversi licei trentini, con giovani educatori e responsabili dell’associazione Terra del Fuoco Trentino, per trascorrere 3 giorni completamente immersi nella realtà polacca. Dopo un lungo viaggio siamo arrivati a Cracovia e abbiamo visitato il centro storico, una città così artistica e ricca in ogni circostanza, ma allo stesso tempo accogliente e ospitale. Un susseguirsi di edifici riconducibili a diversi periodi storici raccontano la storia del luogo, scenario di tragedie e trionfi.
Il giorno seguente, abbiamo avuto l’opportunità di visitare il campo di concentramento più conosciuto al mondo, Auschwitz. Un luogo di dolore, tristezza e rabbia, racchiuse nei “block”, baracche in cui i prigionieri dormivano, vivevano e morivano. La camera a gas, il luogo di impiccagione e il muro dell’esecuzione hanno lasciato dentro di noi un senso di vuoto, come se mancasse il respiro, come se il cuore fosse improvvisamente pesante. Con questa sensazione di malinconia, abbiamo partecipato alla March of living, un cammino di 3 km per percorrere la strada che i prigionieri compivano dal campo di concentramento, al campo di esecuzione, Birkenau. Assieme a giovani provenienti da tutto il mondo, in rappresentanza della Scola Ladina di Fassa, ho visitato i luoghi simbolo del massacro. Essere lì in mezzo a così tante persone, in un campo vastissimo, ha lasciato impresso nella mia mente un senso di vuoto e piccolezza, oltre che paura e sottomissione. Ancora più toccanti sono stati i discorsi dei sopravvissuti, tra cui le italiane sorelle Bucci, dei presidenti delegati di varie nazioni Europee e del presidente della nostra Repubblica Sergio Mattarella, che hanno sottolineato chiaramente che “questo tipo di violenza deve essere ricordato per far sì che non avvenga mai più”. La giornata si è conclusa con il triste accostamento ai famosi binari, che portavano i prigionieri al campo, al lavoro e alla morte.
È stata un’esperienza ricca di emozioni contrastanti, durante la quale ho appreso a pieno il significato di quei luoghi, rabbrividendo al pensiero dei sentimenti di coloro che entravano senza uscire. Un percorso difficile, ma pieno di ricordi e nuove amicizie, che terrò sempre nel cuore.
Desideria Degiampietro