Solo pochi anni fa su queste pagine raccontavamo come alcuni grandi esperti di innovazione pensavano sarebbe cambiata la vita nelle valli in futuro, sia per chi ci vive che per gli ospiti. Si parlava di grandi cremagliere sotterranee che avrebbero sostituito le funivie, maestri di sci che avrebbero dato lezione seguendo i principianti con un drone, impianti di innevamento artificiale che avrebbero sparato anche con 10 o 15 gradi sopra lo zero per sciare magari già alla fine di ottobre.
In realtà, già oggi la realtà ha superato la fantasia e la capacità dei grandi esperti di prevedere il futuro. Le maschere da sci a cristalli liquidi che, ad un bivio, ti indicano la pista giusta e rendono visibile all’interno della lente la velocità media, massima e istantanea di chi le indossa in pista sono perfino superate e una pista da sci sintetica di fabbricazione bergamasca è stata realizzata sul tetto di un termovalorizzatore in centro a Copenhagen e sta avendo un successo incredibile. Chi l’avrebbe detto?
Oggi siamo già avanti: la Federazione Internazionale dello Sci Alpino ha assegnato ad una stazione sciistica araba – che verrà costruita nel deserto a 50 km dalle coste del Mar Rosso – l’organizzazione dei Campionati continentali del 2029, gli scarponi da sci hanno sensori collegati wireless ad una app nel vostro smartphone che capisce come sciate e manda in tempo reale alle cuffie inserite nel vostro casco i consigli per sciare meglio. E poi sta scomparendo lo skipass, inserito allo stesso modo nello smartphone, che vi permette di passare ai tornelli senza fatica. E domani…
…arriverà l’intelligenza artificiale sulle piste e sarà tempo di un’altra rivoluzione. Il termine “domani” non è generico ma quanto più realistico. Alla riapertura invernale degli impianti alla fine del prossimo novembre, infatti, a Plan de Corones – Kronplatz verrà inaugurato il primo impianto completamente automatizzato che non avrà bisogno alcuno di personale addetto. Si trova a Riscone di Brunico, si chiama Kronplatz 1 ed è una telecabina ad agganciamento automatico – ça va sans dire, a marchio Leitner – che andava sostituita e che ora guiderà il rinnovamento del settore. Non è ancora stato deciso esattamente se verrà automatizzata la stazione a monte o a valle o forse entrambe.
“Leitner ci ha chiamato e ci ha chiesto come risolvere una serie di problemi tecnici”, ci dice Daniele Gamba, CEO di AISent, una startup lombarda di livello mondiale nell’implementazione dell’intelligenza artificiale nei sistemi industriali. “Il lavoro principale è stato insegnare alle telecamere di sicurezza a riconoscere le persone, peraltro nel pieno rispetto della privacy. Vengono ovviamente prese in considerazione le teste e i caschi da sci di chi passa nel raggio di azione della telecamera stessa. In funzione del numero di persone contate alla partenza di un impianto, ad esempio, il software decide se e quanto rallentare la velocità di risalita della telecabina: se non c’è folla, infatti, non c’è bisogno di correre per portare tutti in cima il più velocemente possibile. Anche un solo metro al secondo in meno può far risparmiare all’impiantista una percentuale importante sui costi dell’energia e, nel caso la medesima non venga da fonti rinnovabili, può far risparmiare alla comunità anche un po’ di carbonio nell’atmosfera”. Un lavoro che oggi viene eseguito da un tecnico del personale che si affaccia dalla propria postazione nel gabbiotto alla partenza e conta a volte in modo approssimativo i passaggi.

Leitner tiene a precisare però che questa funzione dell’intelligenza artificiale non porterà in alcun modo ad una riduzione del personale che, al contrario, verrà remansionato favorendo compiti diversi e meno alienanti all’interno della ski-area. E dopodomani?
Provate quindi ad immaginare in un futuro a (relativamente) breve termine che queste telecamere intelligenti vengano montate anche nei parcheggi, sulle piste e perfino dentro ai rifugi e che i loro dati vengano incrociati da una intelligenza artificiale. Non serve nemmeno che sia troppo potente: se nel parcheggio non sono arrivate molte auto e se di conseguenza sugli impianti di risalita non c’è troppo traffico dato che la maggior parte dei turisti sono sulle piste, il software potrà perfino avvisare i camerieri dei rifugi di non accelerare il turnover dei tavoli in attesa di nuovi sciatori, concendendo qualche minuto di pausa in più ai commensali.
Allo stesso modo, i dati delle telecamere andranno processati insieme a quelli raccolti lungo le piste e a quelli di gatti e cannoni (cosa resa ancora più facile dal fatto che tutte queste macchine vengono prodotte da un’unica azienda, proprio il Gruppo HTI di Leitner). L’intelligenza artificiale riconosce, ad esempio, che c’è una rete di protezione da sistemare lungo la discesa? Ecco che allora si attiva, controlla se c’è ancora una rete di scorta di quel tipo in magazzino (e se non c’è la ordina da sola e paga pure la fattura), crea un ordine di lavoro coerente per un paio di operai, dice loro dove si trova la rete e quale è la motoslitta più vicina per raggiungere il luogo, dice loro a che ora andare a fare il lavoro, controlla che sia stato fatto bene e quanto tempo sia servito. E magari dà anche una valutazione del lavoro per i capi… Niente ritardi, niente errori nè imprecisioni e niente scartoffie e noiosa burocrazia.
Enrico Maria Corno