Mancano meno di due settimane ai Giochi Olimpici di Pechino 2022. Per la Val di Fiemme l’appuntamento a cinque cerchi invernale è spesso stato motivo d’orgoglio per le performance dei propri atleti. A partire da quell’ormai lontano 1968, quando un giovane Franco Nones pose il suo sigillo sulla 30 km di Grenoble. Dopo il trionfo sulle nevi francesi del fondista di Castello, si è dovuto aspettare un bel po’ prima di riavere una medaglia targata Val di Fiemme. Ma il 1992 di medaglie ne ha regalate ben quattro: era l’anno di Albertville e dei fratelli Vanzetta. Giorgio a Ziano ha portato due bronzi (50 km e 15 km) e un argento nella staffetta, mentre Bice al collo ha messo un bronzo nella staffetta. Quattro anni dopo i due suaneri si sono ripetuti: a Lillehammer altro bronzo in staffetta per Bice e addirittura un oro in squadra per Giorgio.
Passano gli anni ed entra in pista una nuova generazione di sciatori. Non dai confini geografici di Fiemme, ma da quelli della Magnifica Comunità, è il momento di Zorro: dalla sua Moena Christian Zorzi nel 2002 è volato a Salt Lake City per conquistare un bronzo e un argento. Quattro anni dopo, Zorro conquista l’oro a Torino, mentre Antonella Confortela, sempre nella staffetta, vince il bronzo.
L’unica medaglia che non deriva dallo sci è quella di Lidia Trettel, che nel 2002 vince un bronzo nello snowboard.
Più recenti le emozioni a cinque cerchi regalate da Giacomo Bertagnolli, che quest’anno a Pechino sarà portabandiera italiano alla cerimonia inaugurale delle Paralimpiadi. Lui e l’allora compagno di scuola Fabrizio Casal che gli faceva da guida, sostenuti dal tifo della loro valle, in Corea nel 2018 hanno vinto ben quattro medaglie, 1 bronzo, 1 argento e 2 ori.
Pechino è ormai vicino. La Valle di Fiemme spera in nuove medaglie.