Venerdì pomeriggio a palazzo Trentini è stata inaugurata la mostra di sculture e disegni di Rinaldo Reinhold Cigolla (1934 – 2020), uno dei grandi nomi dell’arte ladina. Cantore, colto e raffinato, dell’anima della ladinità, della sua storia, dell’antropologia che ha caratterizzato la Valle di Fassa e le vallate dolomitiche. Opere di grande forza espressiva, quelle esposte, che denotano anche la cultura artistica di Cigolla che si è formata, tra il 1948 e il 1954 sotto la guida del prof. Cirillo Dell’Antonio “Bora”, in quella grande fucina di talenti che è la Scuola d’Arte di Moena e poi nello studio della grande scultura italiana da Michelangelo a Canova fino a Medardo Rosso.
Tecnica e abilità scultorea di altissimo livello che Cigolla ha espresso nel racconto dei miti dolomitici, nello scatto istintivo degli animali, nella forza dei corpi snelli e muscolosi della gente di montagna, nei lavori dei campi che caratterizzavano la valle di Fassa e che Rinaldo ha visto nella sua fanciullezza e gioventù.
Poi c’è il capitolo dello sport, le sculture dedicate allo sci, all’altra sua grande passione: la neve. In gioventù campione di sci (fece parte del Gruppo sportivo della Polizia); allenatore e animatore delle Fiamme Oro di Moena; maestro di sci e padre di Igor e Anastasia, tutti e due ex azzurri. L’opera di un uomo, ha ricordato Anastasia, che è stata difesa della Heimat ma anche apertura al mondo. “Ci diceva – ha affermato – di coltivare la nostra lingua, il ladino, ma anche di imparare l’inglese che è la lingua del mondo”.
La mostra è aperta a Palazzo Trentini, Trento via Manci 27 fino al 26 novembre 2022. Orario dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 18, 30 il sabato dalle 9,30 alle 12,30.