Non tutti lo sanno, ma le cornici in marmo delle finestre del municipio di Predazzo sono state realizzate dagli allievi delle Scuole industriali presenti a Predazzo nella seconda metà del XIX secolo.
Ne parla Bruno Bosin, autore di un opuscolo di una dozzina di pagine, dal titolo “Le scuole industriali a Predazzo dal 1850 al 1880”.
Ricordati gli alti livelli di scolarizzazione nell’Impero Austro-ungarico (c’erano però scuole già attive nel 1600), Bosin aggiunge una nuova ricerca agli scritti di Giuseppe Gabrielli e Angelo Guadagnini, grazie ad un libricino che tale Giancarlo Colli di Parma ha ritrovato nel garage del padre “gelosamente custodito sotto una spessa coltre di amorevole polvere”, dal titolo: Scuola industriale di Predazzo, premio di moralità e profitto 1866”.

Un libro che ha dato spunto alla ricerca sulle tracce di questa Scuola, le cui prime notizie risalgono al 1851 con l’istituzione da parte del Comun generale di una scuola industriale, mentre nel 1859 si aggiunse un Ginnasio inferiore a Cavalese. Entrambe avrebbero dovuto durare almeno 10 anni in attesa che se ne occupasse l’Impero.
Concluso l’anno scolastico 1969/70 il Comun Generale comunicò al Comune di Predazzo la decisione di sospendere la scuola, innescando una contrapposizione di campanile, durata fino ai giorni nostri, fra Predazzo e Cavalese dove invece la scuola non venne soppressa.
La ricerca di Bosin si arricchisce anche di qualche aneddoto curioso attorno a questa diatriba che si concluse nel 1870 quando il Comun Generale concesse un contributo di 500 fiorini per il finanziamento della scuola dell’obbligo a Predazzo.
Terminata l’esperienza della Scuola industriale alla fine del 1872 si ritorna a parlare di scuola nel 1874 con una lettera dell’Imperial Regio che intende aprire a Predazzo e Cavalese una Scuola ad indirizzo artistico per lavori in marmo e alabastro che, dopo alterne vicende, venne aperta nel 1875.
In quegli anni si stava costruendo la nuova chiesa neogotica e al posto della vecchia chiesa veniva realizzato un nuovo edificio (l’attuale municipio). Tant’è che agli allievi venne dato l’incarico di scolpire le cornici, il davanzale e la cimasa delle finestre, come si possono ancora ammirare sul municipio.
La ricerca, effettuata principalmente nell’archivio storico comunale, è ricca di informazioni, cronache nomi e qualche curiosità che aggiungono un tassello alla storia dell’istruzione in Fiemme nel 1800 e alle vicende dei lapicidi fiemmesi ricordati nel libro di Vincenzo Guadagnini “I discepoli di Michelangelo”.