Appuntamento con “Il piacere del cinema” al comunale di Tesero giovedì 23 febbraio alle ore 21.15.
Sullo schermo Living, presentato lo scorso gennaio al Sundance Film Festival, il primo film di Oliver Hermanus (Moffie) a non avere un’ambientazione sudafricana. Si tratta del remake di Vivere (1952) di Akira Kurosawa, liberamente tratto a sua volta dalla novella La morte di Ivan Il’ič di Tolstoj. La storia è pressoché la stessa dell’originale, ma si svolge nel Regno Unito anziché in Giappone, un trasferimento spaziale che sembra riecheggiare nel doppio retaggio dello sceneggiatore, il premio Nobel Kazuo Ishiguro.
Correva l’anno 1952 e Akira Kurosawa realizzava uno dei suoi capolavori che si trova nella classifica dei 100 più grandi film di “Time”. L’impiegato comunale Kanji Watanabe rimane nella storia del cinema come una sintesi del pessimismo del Maestro giapponese che si traduce in un ottimismo della volontà.
Hermanus si è assunto l’onere di rileggerlo con un duplice (se non triplice) salto temporale e spaziale. Perché l’azione resta negli anni Cinquanta ma si sposta a Londra. Soprattutto però si presenta al pubblico di oggi (e questo è il rischio maggiore) con uno stile, sia di ripresa che di montaggio nonché di recitazione, che si rifà decisamente al passato. Grazie innanzitutto alla presenza di Bill Nighy che offre a Mr. Williams tutto l’aplomb british d’antan necessario da cui deve progressivamente scaturire una sensibilità inattesa.