Tra le 47 staffette in gara domenica alla Marcialonga Running Coop c’erano anche “I Ferrari”: nonno, figlia e nipote che hanno deciso di condividere un momento di sport che nel loro caso assume anche una connotazione simbolica. Tra generazioni che si passano il testimone; tre generazioni che collaborano per un obiettivo comune; tre generazioni che trovano – nonostante la differenza di età, di esperienze e di allenamento – la voglia di correre verso il traguardo.
Il “capostipite” di questa staffetta è Lino Ferrari, classe 1938, un affezionato alla Marcialonga in tutte le sue versioni. Una vita da sportivo, la sua. Saltatore con gli sci della nazionale, dopo un infortunio che ha stroncato la sua carriera agonistica, è stato a lungo maestro di sci e di roccia del soccorso alpino della Scuola Alpina di Predazzo, dove vive. In pensione non ha abbandonato lo sport, continuando ad insegnare sci per alcuni anni e poi per il puro piacere di mantenersi attivo. A correre la staffetta con lui la figlia Daniela, insegnante, classe 1969, e la nipote Elena, studentessa di 20 anni, tra le più giovani concorrenti in gara domenica.
“Questa gara – racconta la figlia Daniela – è stata un’occasione per fare felice mio papà, che ha sempre desiderato dei figli o dei nipoti sportivi. Anche se noi non siamo né campioni né sportivi, ci è sembrato un modo per farlo sentire importante, per ribadire che per noi è sempre stato un esempio di costanza e tenacia, e per ringraziarlo per averci insegnato a vivere in maniera semplice e in armonia con il proprio corpo. Lui ha uno stile impeccabile, in ogni sport che fa. Quando scende da una pista di sci, saprei riconoscerlo tra mille sciatori, perché è l’unico che danza”.
Una dichiarazione d’affetto che testimonia come la Marcialonga possa essere molto più di una gara…