Pubblicato nel 2013
Lei, Marta Salvador, è una delle “matrone” dell’Alta Val di Fassa. Di Alba di Canazei, ha 77 anni di alta montagna alle spalle che non hanno minimamente logorato il suo chiassoso buonumore. “77! Le gambe delle donne!” dice. E le sue le ha di certo usate sgambettando su e giù dal Rifugio Viel Dal Pan centinaia di volte negli ultimi 59 anni. È il rifugio in costa sopra il Lago di Fedaia, con una vista magnifica sulla Marmolada. È il suo rifugio.
«Sono 59 anni che predico! Nel 1952, subito dopo la guerra, mio marito costruì una piccola baracca qui sullo storico sentiero che collega l’Agordino con la Val di Fassa e l’Alto Adige per vendere bibite». Si chiama Viel Dal Pan perché la tradizione vuole che vi venissero trasportate a dorso di mulo le granaglie per fare il pane, dal fondovalle veneto fino ai mulini fassani.
Si chiamava Fortunato Dantone, il padre di Attilio che oggi gestisce il rifugio: «Faceva il portatore a Punta Penia (oggi lo chiameremmo sherpa, ndr) e il muratore – continua Marta -. È stato facile immaginare un rifugio da queste parti ma è stato difficile realizzarlo, portando su tutte le assi di legno in spalla. Non c’era niente, solo un piccolo balcone naturale sulla valle scelto perché a metà strada tra il Pordoi e il Fedaia. Erano i primissimi tempi del turismo. Nei giorni più trafficati vedevamo una decina di escursionisti e non tutti si fermavano ad acquistare qualcosa».
Poi l’incendio nel 1954 e l’immediata volontà di ricostruire il rifugio e anzi ampliarlo. È stata l’ulteriore ristrutturazione di qualche anno fa a farne un vero albergo di alta quota (2432 metri), con 25 posti letto e un ambiente elegante e caratteristico. «Da allora sono sempre stata qui e abbiamo portato avanti il lavoro. E non mi sono ancora annoiata. Devo ammettere che quando in inverno torno a casa mia, a valle, dimentico subito il rifugio ma poi, appena viene la primavera, la nostalgia per questo posto mi assale e torna la voglia di venire a vivere e a lavorare qui. Quando sono qui ringiovanisco. La prima volta che ho visto questo posto avevo diciotto anni e riesco ancora a godermelo, soprattutto nei momenti in cui è più tranquillo, cioè al mattino presto e al tramonto. Stamattina mi sono preparata il caffelatte e sono stata all’aperto a fare colazione da sola, guardando la Marmolada e le marmotte che si avvicinavano. Il silenzio della montagna è una sensazione che continua a meravigliarmi».
La vitalità di Marta la porta ancora ogni tanto in cucina a preparare gli ambleti che l’hanno resa famosa e che ha servito a tutti, ad un paio di Presidenti della Repubblica come ai soliti clienti abituali che tornano ogni estate a salutarla: «In realtà non c’è alcun segreto nella mia ricetta: latte, farina, uova e, nel caso, zucchero a velo. È solo che il cibo genuino e autentico sembra sempre buonissimo e piace più dei piatti troppo lavorati». Oggi, tutti gli escursionisti che passano dal Viel dal Pan si fermano, anche per gli ambleti di Marta. Dovete solo entrare a ordinare e a salutarla. Le farà piacere.
Un commento su “Quando la montagna ringiovanisce”
Non ho avuto ancora il piacere di conoscerla personalmente ma sono ben 27 anni che frequento Villa Paola ad Alba e conosco benissimo sua nuora Paola suo figlio Giuseppe( Beppo) e suo nipote Cristofer e posso dire che sono ottome persone e cari amici; cosi alla mano tanto da sentirmi in famiglia; cosi penso che sia così anche la ” signora ” del rifugio
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