La musica può aiutare a vincere le proprie insicurezze? Forse sì, di certo può essere un ottimo stimolo nell’apprendere come affrontarle, soprattutto quando la musica diventa una parte fondamentale della tua vita. È stato così per Alberto Zeni, classe ‘84, maestro della Banda Sociale di Molina di Fiemme, direttore del coro Stelune e docente di trombone, eufonio, tuba e formazione musicale presso la Scuola Il Pentagramma di Tesero.
Una casa avvolta nella musica di ogni genere, da quella classica alla leggera anni ‘60 ma soprattutto quella bandistica suonata da tutti e a un po’ tutte le ore; così era la casa di Tesero in cui è cresciuto Alberto Zeni i cui familiari sembrano avere tutti una scelta in comune: suonare nella Banda di Tesero. Nonni bandisti (il nonno materno, Marcello Zanon ne è stato anche presidente) zii, cugini, e fratelli bandisti ma anche i suoi genitori: papà Luigi diplomato in trombone e la mamma, una delle prime donne bandiste di Tesero.
Con una tradizione familiare come questa potrebbe sembrare facile e scontata la scelta di Alberto di entrare anche lui a farne parte, ma non è stato proprio così. È un bambino insicuro Alberto, l’idea di suonare davanti ad un pubblico lo attrae tanto quanto lo terrorizza: il timore di non essere all’altezza, la paura di sbagliare lo accompagnano in ogni decisione. In qualche modo però Alberto riesce a fare la prima mossa e quando arriva in quinta elementare inizia con le lezioni di solfeggio, l’anno dopo passa allo strumento, il trombone, e in terza media entra a far parte della Banda Sociale di Tesero. A Natale, nel ‘97 , prende parte al suo primo vero concerto, ed è una grande emozione!
Dopo la maturità scientifica Alberto si iscrive a Beni Culturali e, trovandosi già a Trento, prova ad entrare in conservatorio. Alberto viene ammesso e sarà questa la strada che porterà avanti, lasciando l’università, trovando un lavoro stagionale che gli permetta di contribuire alle spese e impegnandosi anima e corpo negli studi. È il 2008 quando Alberto si diploma in trombone presso il conservatorio di Bolzano dove si è spostato due anni prima.
Nel frattempo Alberto ha già iniziato a collaborare con la Scuola di Musica Il Pentagramma di Tesero, una collaborazione che continua tuttora insegnando trombone, eufonio, tuba e formazione musicale principalmente agli allievi delle bande. “Insegnare è una professione stimolante che può regalare molte soddisfazioni; gli studenti entrano da piccoli, li vedi crescere e quando qualcuno di loro prosegue e diventa musicista è bello sapere d’aver fatto parte del suo percorso”.
Nel 2012 Alberto ottiene un diploma di secondo livello ad indirizzo interpretativo e compositivo, sempre presso il conservatorio di Bolzano con una tesi sul repertorio del Coro della SAT. Quella dei canti di montagna è infatti da sempre una delle grandi passioni di Alberto che, ancor prima di iscriversi al conservatorio, nel 2003, fonda con l’aiuto di alcuni amici, il coro “Slavaz” di cui sarà direttore fino allo scioglimento del 2017. Ed è stata proprio l’esperienza corale che l’ha stimolato ad approfondire i propri studi musicali: “Dirigere un coro, così come una banda, richiede competenze specifiche e in me c’era la voglia di farlo al meglio”.
Il coro Slavaz è stato solo il primo, in seguito Alberto ha portato avanti collaborazioni con molti altri cori, come il coro di canti gospel “Smile” , il coro “Rio Bianco” di Panchià, e l’ Enrosadira, mentre attualmente è direttore del coro Stelune di Cavalese. Sempre nel 2012 Alberto partecipa a un corso di direzione di banda sotto la guida del cugino, Fabrizio Zanon. Tre anni più tardi gli viene proposta la direzione della Banda Sociale di Molina di Fiemme di cui è tuttora maestro: “Dirigere un coro, così come una banda, è molto diverso dal farne parte come cantore o musicista – afferma Alberto – senti la responsabilità di mantenere unito il gruppo, del creare armonia e aggregazione, stemperando malumori, stimolando la partecipazione attiva di tutti. Ma se è vero che non è un compito sempre facile è altrettanto vero che la soddisfazione e il piacere del “fare insieme” e di vedere il risultato di un lavoro di “squadra” è tutta un’altra cosa!”
È stato un grande lavoro di squadra anche quello ha portato alla realizzazione del musical “Il tamburo ritrovato” andato in scena nel 2016 in occasione dei 200 anni della Banda Sociale “E. Deflorian” di Tesero per il quale Alberto si è occupato della preparazione del coro formatosi per l’occasione, e di suonare nella Banda durante lo spettacolo: “C’è voluto un grande lavoro di squadra, un notevole impegno da parte di tutti, se si pensa che tutto è stato creato da zero…! Lo spettacolo è stata pura emozione e lo è stato ancora di più quando, un anno e mezzo più tardi, il musical è stato riproposto: in quell’occasione, sul palco, a condividere quell’emozione accanto a me c’era Katiuscia, corista nello spettacolo, diventata poi mia moglie”.
Oggi, a distanza di anni di formazione, prove e concerti, l’insicurezza non se n’è ancora del tutto andata, e forse non se ne andrà mai, ma a quanto pare Alberto è la testimonianza vivente che per il giusto obiettivo si può imparare a gestirla.
Leonilde Sommavilla