A Moena, nella casa in cui Ilario Defrancesco è cresciuto, c’è sempre stato un antico pianoforte del 1900; di proprietà di uno prozio prete, il pianoforte era stato temporaneamente “parcheggiato” a casa della nipote. Nessuno però l ’aveva mai suonato, nessuno aveva mai dimostrato alcun interesse, fino a quando Ilario, ultimo di sei fratelli, ci appoggiò, per la prima volta, le sue esili mani di bambino. Tutto è iniziato così. Qualche nota abbozzata, qualche lezione privata e infine l’invito di Don Giuseppe, allora parroco del paese, a suonare l’organo in chiesa.
Quando, al termine delle scuole medie, arriva il momento di decidere come proseguire, Ilario non ha dubbi: il conservatorio è la sua strada. La madre preferirebbe invece che Ilario frequentasse una scuola con maggiori sbocchi professionali. Fortunatamente, proprio quell’anno a Tesero viene aperta la nuova Scuola di Musica. È il 1983. Ilario si iscrive l’anno successivo proseguendo così gli studi di piano a Tesero per tre anni per poi passare direttamente al sesto anno di conservatorio a Trento.
Ilario si diploma in pianoforte e proprio quando l’entusiasmo lo porta a pensare che niente al mondo possa essere più bello del suonare questo strumento una nuova rivelazione lo coglie di sorpresa.
Insieme a un ristretto gruppo di neodiplomati, Ilario riceve una borsa di studio che gli permette di partire e studiare presso un’importante accademia in Ungheria. Quando arriva il week end i ragazzi vengono invitati a seguire una rassegna di cori.
Nessuno di loro è veramente interessato, tutti preferirebbero fare altro, ma nessuno ha il coraggio di rifiutare… e per fortuna, perché è proprio tra questi cori che improvvisamente una armonia di voci mai sentita colpisce Ilario che istintivamente pensa: “Appena rientro a casa voglio formare un coro”. Ed è quello che farà. A Moena, la storica corale Bruckner si è sciolta da poco; Ilario contatta alcune delle persone che ne facevano parte, le riunisce e fonda l’EnsembleCanticum Novum perché nuovo è il loro canto che non sarà quello dei cori di montagna e nemmeno prettamente quello sacro. Lentamente il coro cresce passando dai pochi cantori, inizialmente tutti di Moena, ai trentacinque attuali provenienti da un po’ tutti i paesi di Fiemme e Fassa.
Parallelamente cresce anche il repertorio che oggi include canti nelle lingue di tutto il mondo, dal russo al giapponese, fino allo svedese, tanto che tra le varie trasferte il coro ha persino la possibilità di cantare presso il palazzo reale di Svezia. Tra qualche mese, nel 2023 l’Ensemble Canticum Novum si appresta a festeggiare i trent’anni dalla fondazione. Ma non è stato tutto facile, c’è voluto lavoro e impegno da parte di tutti e in principio soprattutto da parte di Ilario che fin da subito si era reso conto di quanto la direzione di un coro includesse dinamiche per le quali sarebbe stata necessaria una formazione specifica. È così che Ilario, più o meno un anno dopo la fondazione del coro decide di prendere alcune lezioni di direzione corale. La sua insegnante è Cecilia Vettorazzi e dopo alcune lezioni private convince Ilario a non accontentarsi e ad approfondire gli studi accompagnandolo al diploma in direzione corale presso il conservatorio di Trento.
È un percorso durante il quale Ilario acquista nuove competenze musicali, tra le quali anche la quella della composizione, che ben presto lo portano a collaborare, prima con molte scuole pubbliche della valle e poi con la Scuola Musicale di Tesero. Qui Ilario inizia ad insegnare Formazione musicale e Musica corale accompagnando i bambini in un percorso che li porta a familiarizzare con la musica e il canto adottando, di recente, anche tecniche più innovative come la body percussion che li aiuta ad acquistare il senso del ritmo in modo giocoso e divertente.
La strada intrapresa con la Scuola Musicale di Tesero è un percorso che Ilario non avrebbe mai immaginato di percorrere, un anello di quella catena d’esperienze che si è lentamente andata a formare seguendo di volta in volta la propria curiosità, la voglia di approfondire e imparare sempre qualcosa di nuovo.
“I bambini – afferma Ilario – hanno il pregio di essere sinceri e istintivi, perciò se non gli vai a genio te lo fanno capire senza problemi. Per me questo è stato uno stimolo che mi ha portato ad approfondire il loro mondo, tornando io stesso un po’ bambino con loro, trovando terreni comuni dove comunicare, ascoltarli e metterli a proprio agio, cosa fondamentale affinché anche i più timidi e introversi sentano di poter sperimentare la musica e il canto senza il peso delle aspettative e con entusiasmo”.
Sempre grazie agli insegnamenti di Cecilia Vettorazzi (poi diventata sua testimone di nozze) Ilario ha parallelamente sviluppato anche il suo interesse per la composizione e sono molti i riconoscimenti ottenuti negli anni, tra cui la segnalazione d’onore al IX Concorso Internazionale di Composizione ed Elaborazione Corale di Trento; la segnalazione al V Concorso di Composizione “Cantar Saba” di Trieste ed una menzione onorifica nella V edizione del “Premio a la Composición y Expresión Coral” di Las Palmas de Gran Canaria (Spagna). Nel 2013 ha anche conseguito il primo premio al Concorso Nazionale di Composizione Corale “EdizioniCorali.it”.
Suoi brani sono stati pubblicati in svariate raccolte curate dalla Federazione Cori del Trentino, dall’ASAC Veneto, dalle Edizioni Pizzicato e in un’edizione promossa dal Governo delle Isole Canarie. Nel 2006 ha pubblicato “Pìsola, Rìsola Tirapecé” una raccolta di circa 50 canti con finalità didattica per voci bianche, su testi in ladino oltre ad aver ideato il progetto didattico “Memorizza col canto” volto a fornire nuovi canti per l’insegnamento veicolare della lingua ladina fassana. La Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali (Feniarco) ha inoltre selezionato e pubblicato nove sue composizioni nei volumi “Giro Giro Canto” 3 e 4, “Melos” 2 e 3, e “Teenc@nta” 2. Come autore di musiche per spettacoli teatrali ha composto “I Monti Pallidi”, “Istadèla Comandèla / Il viaggio dei giovani aquiloni” e “Elges / Occhi”.
Il suo brano “Scoita l’ega ciantar” è stato eseguito nell’ambito di EuroChoir 2011 e scelto dal M° Gary Graden per l’Atelier Made in Italy di Europa Cantat XVIII (Festival di musica corale europeo) svoltosi a Torino nell’estate 2012. Negli ultimi anni le sue composizioni sono state eseguite da numerosi cori sia in ambito nazionale che internazionale.
E proprio all’ambito corale è legato “Canta che ti passa” il nuovissimo progetto della Scuola musicale di Tesero di cui Ilario si sta occupando: “Fatta eccezione per i cori legati alla Chiesa, i cori giovanili nelle nostre valli sono una realtà praticamente sconosciuta. Credo molto nel potere di aggregazione della musica in tutte le sue forme. Il coro è una realtà all’interno della quale la presenza e il contributo di ognuno è fondamentale ma non per emergere in prima persona, ma come parte di un insieme che attraverso l’equilibrio delle parti crea armonia, e non solo musicale”.
Leonilde Sommavilla