Undicesimo e ultimo appuntamento lunedì 6 settembre a Pozza di Fassa con “Lungo il sentiero delle radici ladine”, gli incontri e confronti estivi attorno alla cultura ladina coordinati da Virna Pierobon, per avvicinarsi al mondo ladino affrontando tematiche che hanno spazioato dall’alpinismo all’arte, dallo sport all’architettura, dalla storia alla letteratura.
Alle ore 21 al Teatro dell’Oratorio parrocchiale di Pozza sarà proiettato il film-documentario, premio Itas del Trento Film Festiva 2021, “Songs of the Water Spirits”, film italiano di Nicolò Bongiorno che ha ricevuto il premio “Muse videonatura” ambientato in Ladakh.
Un film che dovrebbe essere visto – avevamo scritto a maggio seguendo il Filmfestival – da chi si occupa di ambiente e turismo anche in Fiemme e Fassa, riflettendo sulle significative motivazioni della giuria:
“Da una parte un territorio di tradizioni millenarie, nel cuore dell’Himalaya, ancora legato ad un rapporto intimo con la propria terra dove la vita semplice delle genti di montagna si intreccia con una forte spiritualità. Dall’altra l’invasione di chi cerca unicamente una risorsa turistica da sfruttare, incurante della sua fragilità, dell’impoverimento culturale, dei cambiamenti climatici che colpiscono in maniera evidente proprio gli ambienti di alta quota. In mezzo, i mediatori che quotidianamente tentano di superare il divario tra questi due mondi ed evitare il conflitto preservando il ricco retaggio culturale, investendo sull’educazione delle nuove generazioni e proponendo soluzioni calate nel contesto locale per affrontare il cambiamento climatico”.
Fra i mediatori, anche l’idea di realizzare degli “stupa” di ghiaccio come riserva idrica, che mi ha colpito per la somiglianza con le incomprensibili montagnole di neve che ancora persistono lungo la valle, e che anziché portare l’acqua a chi non ce l’ha, come nel caso degli “stupa” indiani, la sottraggono inutilmente, verrebbe da dire con uno scontato gioco di parole “stupidamente” al territorio.
Il Ladakh è una regione himalayana dell’India in profonda trasformazione, che sta affrontando un percorso di rigenerazione culturale costantemente in bilico tra il richiamo di una tradizione arcana e uno sviluppo rampante, che mette a rischio l’ambiente e snatura i suoi abitanti. Menti coraggiose vogliono superare questo dualismo proponendo una mediazione virtuosa per restare sé stessi senza chiudersi al mondo, valorizzando gli stimoli di una modernità che non implichi una mutazione antropologica.
Il film è in lingua Inglese e Ladakhi, con sottotitoli in italiano.
L’entrata è libera fino ad esaurimento dei posti e nel rispetto delle disposizioni sanitarie vigenti.