Un tuffo nel passato – Golf, il campo che non c’è

Abbiamo deciso di riproporre alcuni articoli del periodico l’Avisio. Si tratta di “pezzi” che ci raccontano come eravamo. Gli articoli sono antecedenti rispetto ai giornali digitali scaricabili gratuitamente dall’archivio contenuto ne L’AvisioBlog. Oggi vi proponiamo un’intervista al creatore del simulatore di golf PGM Martino Brigadoi, pubblicata nel 2004. Buona lettura.

Nelle nostre valli si continua a parlare di golf, lo abbiamo fatto anche sulle pagine de “L’Avisio” di settembre. Ma nell’attesa che almeno una tra le numerose richieste presentate in Provincia abbia esito favorevole, c’è chi ha trovato una geniale alternativa. Com’è noto, infatti, la necessità aguzza l’ingegno.

E l’ingegnosa idea è balenata, ed in seguito è stata anche realizzata, proprio nelle nostre valli per merito di un gruppo di programmatori informatici composto interamente da valligiani. Martino Brigadoi di Predazzo, Jury e Martina Capovilla fratelli di Capriana, Elisa Felicetti , Michela Zanna , Alessandro Recla di Tesero, della DCS (Dolomiti Computer Service) Sport Technology, società creata appositamente per sviluppare un progetto molto particolare: un simulatore di golf reale, la PGM (Professional Golf Machine), che verrà utilizzato dal 30 Ottobre nel primo Golf Indoor Italiano a Bergamo.

Si tratta di un geniale ed innovativo software che controlla un’apparecchiatura tale da permettere di giocare in ambiente indoor su campi realmente riprodotti. La ricostruzione è fotografica ed è applicata al rilievo orografico del campo. Ma non solo. La PGM è in grado di gestire le condizioni meteorologiche, come vento, umidità, altitudine del campo, nonché quelle del manto erboso. Una vera novità!

La prima domanda sorge spontanea: com’è nata quest’idea?

“L’idea è nata 10 anni fa – risponde Martino Brigadoi, giocatore di golf – quando, in piena estate, in mezzo allo stupendo farway della buca 15 del golf Club di Udine (510 metri di lunghezza), mi chiesi se fosse possibile riprodurre quel campo nelle nostre valli e se le dimensioni sarebbero state coerenti con l’orografia dei nostri luoghi. Passai un lungo periodo a fare calcoli metrici, ipotesi, supposizioni, continuando ad accarezzare l’idea, ma poi la abbandonai a causa di problemi di spazio. Cominciai allora a pensare alla possibilità di giocare, proprio quella particolare buca, a casa mia, virtualizzandola in qualche modo. Ne parlai con alcuni collaboratori di lavoro che trovarono interessante l’argomento”.

Quali i passi successivi?

“Da quel momento – continua Martino – sono stati realizzati, per diletto, piccoli prototipi e alcuni test. L’incontro con Jury Capovilla, programmatore in ambiente Direct X, (architettura di programmazione tridimensionale su computer), ha dato una svolta al progetto, passando dall’ideazione su carta alla realizzazione di una serie di prototipi giocabili. Come in un sogno americano, uno di questi modelli finì nelle mani dei responsabili dello sviluppo italiano del golf indoor che, proprio in quel periodo, stava valutando tutte le proposte mondiali disponibili in tema di simulazione golfistica. Il nostro prototipo fu scelto, tra i molti considerati, perché ritenuto l’unico in grado di dare la sensazione di gioco reale in un campo da golf”.

Per rendere la simulazione visiva il più reale possibile che difficoltà avete incontrato?

“Ogni campo è stato studiato e fotografato nei minimi dettagli e poi elettronicamente misurato in ogni sua piccola parte e peculiarità. Per compiere questo lavoro abbiamo impegnato tempo ed energia per due anni”.

I Golf Club Italiani che avete minuziosamente fotografato non si sono opposti all’iniziativa di riprodurre i loro campi virtualmente?

“No, perché sapevano che il simulatore sarebbe stato utilizzato anche oltre confine, dove risiede un maggiore bacino di utenza. Dopo un inverno trascorso sul simulatore a quale giocatore non verrebbe il desiderio di provare lo stesso campo di gioco nella realtà? Ed ecco un nuovo cliente!”

Com’è strutturato un simulatore?

“Il simulatore prevede una pedana simile ad una partenza (tee) di una buca. Il campo viene proiettato tridimensionalmente su uno schermo da 3 metri per 2 e la palla giocata viene successivamente visualizzata virtualmente nel suo volo attraverso 1l campo di gioco prescelto”.

Un esempio?

“Attualmente si può giocare un’intera partita nei campi di Udine, GardaGolf (sede degl’ultimi 3 Open d’Italia), Bergamo, Carezza. In futuro sarà possibile giocare anche sui campi di Asolo, Pevero (Sardegna) e su alcuni austriaci e tedeschi”.

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Quanti giocatori possono giocare contemporaneamente sullo stesso campo?

“A differenza del gioco reale, nel quale il numero massimo dei giocatori ammessi è quattro, si possono effettuare partite (Match Play) con 10 giocatori”.

In Italia sono ancora pochi gli appassionati di questo antico gioco anglosassone. Secondo voi, questo simulatore stuzzicherà l’interesse di persone per ora estranee alla disciplina?

“Il simulatore a differenza del Golf Club ha un accessibilità più ampia, infatti può far giocare professionisti, neofiti e bambini senza limiti di capacità, non tralasciando il giocatore con handicap. Questo darà la possibilità di avvicinare un maggior numero di persone spesso scoraggiate dal lungo iter obbligatorio presso i Golf Club (circa 4 mesi di campo pratica prima di effettuare un esame pratico di abilitazione al gioco, più un test sulle regole gioco e di etichetta)”.

Si può considerare una pratica sportiva il gioco del golf simulato?

“Certo, ne sono convinto, anche se giocare su un campo vero ha un fascino particolare”.

Il simulatore ha già compiuto qualche uscita?

“Nella scorsa primavera era presente come prototipo agli Open d’Italia nel campo di Milano, dove ha riscosso un insperato successo”.

Quali aspettative avete per questo progetto?

“Attualmente navighiamo a vista, anche se abbiamo avuto ordini dalla Russia, dall’Austria, dal Belgio e dalla Finlandia; paesi dove la pratica del golf esterno è resa difficoltosa dalle condizioni climatiche. Siamo in attesa di sbarcare anche in Germania e in altri paesi nordici”.

Parliamo di costi e spazi. Il simulatore è acquistabile anche da un privato?

“Abbiamo già realizzato una versione Home, dove spazi e costi sono ridotti pur mantenendo intatte le caratteristiche di gioco”

Come definireste la vostra creazione?

“La concretizzazione di un sogno. Talvolta ci è apparsa come un traguardo irraggiungibile. Ora, che abbiamo terminato, il fatto di veder giocare chiunque, con divertimento sul nostro simulatore, ci appaga di tutti gli sforzi profusi”.

Un’ultima domanda. Presenterete il simulatore anche nelle nostre valli?

“Sì, la prossima estate quando, a lavori ultimati, avremo il tempo per creare un campo virtuale tra Predazzo e Ziano e organizzare una competizione per i giocatori valligiani sul “campo che non c’è”.

Sofia Brigadoi

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