Essere coscritti, si sa, è da sempre un tempo di festa e diletto, per celebrare il passaggio
all’età matura. Una tradizione ricca di elementi molto interessanti e profondi, sia dal punto di vista antropologico che sociale; ma anche una tradizione sopravvissuta nel tempo, cambiando e adattandosi ai tempi e all’evoluzione della società. Cappelli coi nastri, fiori, piume di gallo forcello, piume di pavone, bambole di pezza, fisarmoniche e una gran voglia di divertirsi e stare in compagnia. Ma cosa si cela dietro a tutti questi simboli e che cos’è rimasto di tutto questo oggi? E cosa avranno da raccontarci, da raccontare al Museo, i coscritti di adesso? Conoscono la storia di questa tradizione antichissima e ancora così viva? E il Museo Ladino, casa dei ladini e culla di tradizioni e di un popolo ancora attivo e fiero delle sue radici, che spazio offre a questa usanza che ancora sopravvive?
Per questo invitare per la prima volta i coscritti al Museo significa per la Majon
Fascegn accoglierli nel luogo in cui la tradizione viene conservata, in un museo etnografico che può ancora raccontare la storia della comunità attraverso la testimonianza diretta dei giovani.
Certo, i coscritti sono cambiati e anche il loro modo di far festa, come sono cambiati i
simboli di questa usanza, o forse – meglio espresso – sono rimasti i simboli, ma sono cambiate le ragioni sociali ed economiche a cui facevano riferimento. Così oggi vediamo donne indossare il cappello con nastri e fiori – grande stupore per qualcuno – e il modo di incontrarsi e far festa sono pure diversi. Ma la tradizione continua imperterrita, interpretata e declinata nel presente.
Un modo di raccontare e farsi raccontare, dunque, al Museo Ladino, a San Giovanni di
Fassa, a partire dalle 17.00 di sabato 10 dicembre, con giochi, video e immagini del passato
che si fondono e si confondono con quelle del presente.
L Museo vuole innanzitutto ringraziare questi giovani e aiutarli a comprendere e
conoscere la storia da cui proviene questo stare insieme ancora oggi. E, ovviamente, il Museo vorrà sapere dai coscritti come vivono questa tradizione e come ogni anno questo entusiasmo si risveglia, creando nuove usanze.
Verso le 18.00 i coscritti verranno poi festeggiati presso la Famiglia Cooperativa Val di
Fassa, al Bar del Fassa Coop con castagne e vin brulé per tutti, fra i colori dei nastri e la
meraviglia dei primi turisti attesi in Valle per godersi il primo inverno. Il benvenuto della Famiglia Cooperativa diviene simbolo di accoglienza nella società, di vicinanza della gente ai suoi giovani e alla tradizione che è normalità di vita quotidiana, in un luogo simbolo di cooperazione e sviluppo economico, elementi anche questi scaturiti da una storia con radici profonde nella tradizione della gente di montagna.
Un momento di festa, cultura e divertimento aperto a tutta la comunità e agli ospiti
curiosi di conoscere la Val di Fassa in modo diverso e genuino.