Ci sono cani che trascorrono la vita tra la cuccia e il divano e ce ne sono altri la cui indole invece li obbliga a lavorare e a impegnarsi. Un po’ come gli uomini.
Ma concretamente quali lavori fanno i cani al giorno d’oggi? Al di là del “fare la guardia”, i cani danno una mano ai cacciatori, fondamentalmente. Qualcuno aiuta ancora i pastori con mandrie e greggi. E poi ci sono quelli che fanno lavori moderni: il cane poliziotto, soprattutto, e poi il cane guida per i ciechi e finanche il cane molecolare di cui sentiamo sempre parlare quando al telegiornale viene raccontata qualche emergenza. A Milano c’è perfino la succursale di una scuola inglese che insegna a riconoscere gli indumenti di chi è positivo al Covid.
“Noi ne abbiamo due, Bottone e Buddy”. Cristian Deflorian e Barbara Cornetti abitano a Tesero, hanno una vita normale (lui è direttore vendite della Pasta Felicetti, lei insegna) e operano come volontari nella ricerca dei dispersi con una unità cinofila.
“Facciamo parte di un’associazione di volontariato svizzera, la Detection Dogs Ticino, che ha come scopo la formazione di cani e loro conducenti sulla discriminazione olfattiva e sul rilevamento di sostanze”, ci racconta Cristian Deflorian. “Le attività dei nostri gruppi specializzati sono molteplici, così come gli ambiti di ricerca: acceleranti del fuoco, supporti di memoria e apparecchi elettronici, muffe, identificazione delle persone e di resti umani”.
La Detection Dogs Ticino è fortemente radicata e presente sul territorio della Svizzera Italiana dove ha già stretto numerose collaborazioni sia con i privati che con istituzioni, associazioni ed enti nazionali e internazionali. “Per quanto ci riguarda, i nostri cani Bottone e Buddy, si sono specializzati in HRD (Human Remains Detection): siamo quindi unità cinofile addestrate esclusivamente al rilevamento di tracce ematiche e materiale bioloico di origine umana post mortem. Questo ne rende possibile l’impiego sia in ambito giudiziario, in qualità di assistenti periti sulla scena di crimini o presunti tali o in ambito umanitario nella ricerca di dispersi ritenuti deceduti. L’opera di Bottone e Buddy si svolge in scenari come detto molto diversi fra di loro, dalla ricerca indoor di minuscole tracce ematiche alla ricerca su grandi superfici di uomini e donne scomparsi”.
“Siamo andati a prendere Bottone in Toscana. Era il cane di un cacciatore ma aveva subìto un intervento chirurgico importante a cuore e polmoni e non era più adatto a quel lavoro. Il cacciatore non sapeva più che farsene. Noi lo abbiamo preso, abbiamo compreso subito che aveva ancora voglia di lavorare e gli abbiamo trovato un altra attività. Abbiamo conosciuto la Detection Dogs Ticino online e siamo andati ad un loro evento in cui cani non professionisti dovevano trovare del prosciutto nascosto. Ci siamo accorti che Bottone aveva un ottimo fiuto e lo abbiamo fatto addestrare allo scopo”.
Certo, ci sono i cani antidroga e antiesplosivi ma c’è anche chi cerca la xilella in Puglia riconoscendo gli olivi malati, chi trova i bocconi avvelenati lanciati nei giardini e chi lavora nell’ambiente vitivinicolo per identificare le bottiglie andate a male… “I cani imparano un odore e poi riconoscono tutto ciò che non ha quell’odore. Bottone ha avuto bisogno di un anno di addestramento per diventare operativo e poi hanno bisognmo di continui richiami per cui tornaimo in Svizzera ad intervalli regolari”. Anche il secondo cane, Buddy, è uno spinone italiano, preso in Romagna da un altro cacciatore.”Buddy ha cominciato a lavorare per emulazione di Bottone e, allo stesso modo, ha subito dimostrato di aveere un naso fuori dal comune. Hanno tecniche diverse ma funzionano bene insieme: il primo batte grandi superfici con molto trasporto mentre il secondo è uno scanner che passa centimetro per centimetro la zona che gli viene assegnata. Questi cani, peraltro, devono per forza lavorare in coppia: la procedura infatti prevede che il segnale del primo debba sempre essere confermato da un segnale del secondo”.
In Trentino non ci sono altri cani che svolgano lo stesso lavoro. Quelli della Protezione Civile chiamati in caso di catastrofi, dai terremoti alle valanghe o ai crolli di edifici, sono addestrati a trovare le persone vive: “Negli ultimi quattro mesi siamo stati chiamati all’azione ben quattro volte”, Conclude cristian Deflorian, “decisamente sopra la media. “Oltre ad aver operato come gruppo in importanti attività di ricerca a supporto degli inquirenti (anche in casi riportati dalla stampa nazionale e dalla trasmissione “Chi l’ha visto” di Rai3), sul territorio nazionale collaboriamo anche con l’Associazione Penelope che si occupa di supportare le famiglie nei casi di persone scomparse. I nostri ultimi casi? Quelli legati al ritrovamento di resti umani a Brentonico che si suppone appartengano a Samuel Tamburini (gli esami del DNA sono in corso), alle ricerche in Val d’Aosta di Davide Gentile e a quelle in Lessina di Carmelo Busti”.
Enrico Maria Corno